Tutti bravi, tutti uguali.

Tutto si somiglia, tutto si omologa. L’urgenza dell’individuo di realizzarsi e di fare successo ha modificato il dna dell’uomo, innestando la capacità di imparare a fare bene e velocemente una moltitudine di cose. Lo vedo nel mio settore ma anche altrove, tutti imparano a fare tutto, benino, spesso anche bene. Certe figure una volta erano rare e preziose, oggi si sono decuplicate: i dj, gli scrittori, i fotografi, gli attori, i conduttori, i cantanti… tutti hanno imparato velocemente come si scatta una foto, come si scrive in modo accattivante, come si conduce uno show o come si mixano due dischi. Tutti hanno imparato, ma tutti nello stesso modo. Se in auto cambi dieci radio sette sembreranno uguali, le voci dei conduttori tutte simili, l’approccio alle notizie pure, l’annuncio dei brani idem.

Tutti bravi, tutti uguali.

L’omologazione ha abbassato la qualità di tutto, perché anni fa un bravo fotografo era l’unico a diffondere quel linguaggio, oggi invece lo padroneggiano tutti, quindi uno bravo come lui passa inosservato. Così anche nella musica, nella letteratura, nel cinema, nella radio.

Ecco perché pensavo che è sempre più difficile evolversi, in un’epoca dove l’omologazione, seppur di qualità, abbia innalzato l’asticella dello stupore. Se una volta ci esaltava un annuncio enfatizzato di un brano storico alla radio, oggi sapendolo fare tutti, forse non ci si fa più nemmeno caso. Le foto su Instagram sono tutte bellissime, e tutti uguali. Le canzoni idem.

La comicità? Uguale. 40 anni fa una mezza battuta di Corrado faceva sbellicare migliaia di famiglie raccolte davanti alla tv, oggi per lo stesso momento non riderebbe nessuno. Vent’anni fa si rideva a crepapelle con Zelig, Ciro, l’ottavo nano. Oggi per cosa si ride in tv? Niente. Siamo cambiati. Ci fa ridere Malgioglio che fa a capelli con la Marini, Brosio che sbrocca ad cazzum in un reality, Crozza che imita Mentana forse un pochino fa ridere, altrimenti al massimo ti fa fare mezzo ghigno. Siamo cambiati, non vogliamo più ridere, vogliamo lo stupore.

Ecco perché oggi è necessario più che mai rompere gli equilibri, e infatti mi piace chi li distrugge: mi piace Mazzoli che non ha paura di nulla, Cruciani che litiga con tutti, Jimmy Fallon che sorprende gli ospiti, Monina che annienta la musica che odia e poi torna sui suoi passi, Sgarbi che fa le dirette Facebook mentre caga, Chef Rubio che morde pezzi di cervello di chissà quale animale , e tutta la gente comune che sceglie di essere unica, a qualsiasi prezzo. Perché per quanto beceri, antipatici, arroganti e sprezzanti, certi personaggi sono l’unica cosa che smuove le acque torbide della banalità che tutti abbiamo imparato a realizzare, che cambia le carte in tavola, che sembra urlare al mondo guardate quanti colori ci sono, perché per voi è bello tutto solo se è bianco o nero, al massimo grigio?

Ci vuole coraggio a essere così, lo so, infatti molto spesso chi ha questo coraggio di osare non rischia nulla, ché tanto sta bene di famiglia, o ha un santo in paradiso che lo protegge. Per noi gente comune essere coraggiosi è un lusso e un rischio.

Ma meglio rischiare di essere quelli che con il loro coraggio cambiano qualcosa, piuttosto che quelli che a novant’anni si chiedono che cosa abbiano portato di nuovo nel mondo, rispondendosi tuttalpiù mio figlio.

Che comunque non è poco.

Informazioni su Alessandro Sansone

Conduttore Radio/Tv, dj e calciatore professionista nella mia fantasia. Mi chiamo Alessandro ma da sempre la gente si sbaglia e mi chiama Simone. Parlo alla radio e viceversa. Su Radio 105.
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