La pandemia e Facebook

Ho sempre creduto di avere pazienza e modi per riuscire a ragionare e confrontarmi anche col più strenuo degli avversari, ma non è così.

Ormai è un tutti contro tutti, un crescendo infinito di isteria generale che sta portando tutti in direzioni diverse e ostili. Nessuno è realmente d’accordo con qualcun altro, c’è sempre qualcosa che ci contrappone. Sembra un contenitore di elettroni impazziti che più si scontrano più acquisiscono carica esplosiva, mentre i l livello generale sta assumendo un potenziale d’esplosione pericolosissimo.

Speravo in un legame invisibile, nella solidarietà, in un “siamo tutti davvero in pericolo, per la salute e per l’economia, perciò facciamo squadra, alziamo l’asticella della fiducia l’uno nell’altro e diamo credito a chi ci sta gestendo, perché ci piaccia o no questi abbiamo e questi ci condurranno fuori, agevoliamo e speriamo non sbaglino troppo, e i tempi non saranno immediati“.

Invece no. Tutti. Contro. Tutti.

Ognuno guarda sempre più solo il suo: che sia un’ideologia politica strumentalizzando il panico temporaneo per urlare a gran voce, innalzando un giudiziale tricolore, che i suoi farebbero meglio o che quelli di ora fanno bene; che sia la protesta personale legittimata da un’attività lavorativa che rischia di fallire o che sia il diritto di difendere la propria libertà, lesa nel suo più ancestrale diritto, di decidere se stare a casa o meno; che sia l’ormai insostenibile claustrofobia delle quattro mura di un piccolo appartamento senza balcone o terrazzo che minano la salute mentale di single perché sono single e se avessero qualcuno sarebbe meglio, o che sono in diversi e da soli sarebbe stato più facile; che sia la difesa delle proprie conoscenze scientifiche, politiche, tecniche, il diritto a correre, il diritto a condannare chi corre, il diritto a difendere, il diritto a condannare e basta; il dito da puntare contro qualcuno o lo scendere in campo per dare lo schiaffo sulla mano a chi il dito lo sta puntando contro nessuno ma sa che sicuramente ci sarà qualcuno meritevole di tanto rimprovero.

I più informati e culturalmente elevati pubblicano ma con spocchia, i meno abili al confronto gridano, poi ci sono quelli che condividono i post dei saggi che non scrivono mai ma quando lo fanno rimettono tutti a posto, caduti purtroppo anch’essi nella morsa della tentazione di nascondere, nelle loro illuminanti riflessioni, l’imposizione personale, dissimulata dal nobile pensiero, di non credere a dati non attendibili o di rivendicare la nostra libertà sottratta impropriamente in barba alla democrazia.

Credo che la natura sotto forma di virus ci stia dando una grande lezione, mascherata abilmente da una delle migliori puntate di Black Mirror: avreste lo strumento per sopravvivere su questo pianeta: quello di andare d’accordo rinunciando al vostro egoismo, ma non volete imparare a utilizzarlo.

La verità è che il vostro IO è più grande della vostra attività che sta fallendo, degli anni per tirarla su che avete speso, dell’amore per i vostri cari che rischiano di andarsene per un virus senza vaccino, della claustrofobia, dell’amore per voi stessi. Sì, l’Io che sconfigge l’Io. La neutralizzazione degli stessi fattori scatenanti, forse è questo il senso di tutto: un reset generale, partito da noi, voluto da noi, realizzato da noi, concluso da noi. Un inconsapevole disegno perfetto, architettato magistralmente dal caso indotto dall’Io stesso che annienta se stesso.

Non sarà un finale apocalittico, non sarà proprio un finale, ne usciremo, ma ne usciremo senza che si sia rafforzata la capacità di essere solidali, ma solo con la percezione che ogni singolo Io possa sopraffarne un altro. E Facebook ne è la lente d’ingrandimento.

Male-ego

Informazioni su Alessandro Sansone

Conduttore Radio/Tv, dj e calciatore professionista nella mia fantasia. Mi chiamo Alessandro ma da sempre la gente si sbaglia e mi chiama Simone. Parlo alla radio e viceversa. Su Radio 105.
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